Questa lettera risale al 1561 ed è stata scritta da un famoso daimyō (signore feudale) del periodo Sengoku: Uesugi Masatora, meglio conosciuto come Uesugi Kenshin.
Fu redatta poco dopo la quarta battaglia di Kawanakajima, lo scontro leggendario contro l'eterno rivale Takeda Shingen. Il destinatario è un certo Irobe, un suo guerriero distintosi in combattimento.
In questa missiva, Kenshin lo loda con toni epici: parla di “polvere d’ossa” e di “volto dell’onore”, formule altisonanti che ricorrono spesso nei documenti dell’epoca. Questo tipo di testi, chiamati kanjō 感状(“lettere di sentimento”), servivano sia a celebrare i meriti dei guerrieri, sia a dichiarare le ricompense da elargire, ed erano scritti seguendo dei modelli standard.
Eppure, Kenshin amava distinguersi. In chiusura scrive che “non avrebbe dimenticato per il resto della vita” l’impresa di Irobe: una frase che va oltre la retorica di circostanza, e trasmette un apprezzamento sincero.
È proprio per questa frase che l'epistola è diventata celebre, ricordata in Giappone come la “Lettera di sentimento intrisa di sangue” (血染めの感状). Non perché sia davvero macchiata, ma perché evoca la brutalità di quella battaglia che entrò negli annali della storia giapponese.