La vera Toda Mariko: Hosokawa Grazia e la sua storia


La vera Toda Mariko: Hosokawa Grazia e la sua storia

Tra i personaggi della serie tv "shogun", uno dei più interessanti è senza dubbio quello di Mariko.

Donna samurai e cristiana, nello sceneggiato ricopre un ruolo di primo piano a fianco dei protagonisti, e come buona parte di loro, anche lei è ispirata a una giapponese realmente esistita.

Ma quanto di ciò che vediamo sullo schermo riflette le vicende storiche?

In questo articolo vi racconto la storia di Garasha Hosokawa, personaggio che ha fornito l'ispirazione per creare Mariko. Questo post contiene numerosi spoiler della serie tv "Shogun", se non avete ancora finito di vederla vi invito quindi a NON proseguire nella lettura.

The escapist

Shogun: Who is Toda Mariko

Toda Mariko

Garasha è semplicemente la pronuncia giapponese del nome spagnolo "Gracia", che corrisponde all'italiano "Grazia". Per comodità userò la versione nostrana in questo post, anche se non è quella impiegata comunemente. Il nome originale di questa giapponese era Tamako. Divenne "Grazia" dopo la sua conversione. Era comune per gli uomini e le donne che si convertivano rinunciare al proprio nome giapponese per acquisirne uno europeo.

Google arts

細川ガラシャ (下絵) 大阪玉造教会壁画-堂本印象

Hosokawa Tamako/Grazia

(Nella serie "Shogun": Toda Mariko)

Tamako nacque come figlia di Akechi Mitsuhide, un importante signore feudale al servizio dello shogun. Suo padre fece amicizia con un altro servitore, suo collega, il cuo nome era Hosokawa Tadaoki. Siamo in una fase storica complicata, in cui il potere centrale era fortemente in crisi. Lo shogun era un debole, e i due samurai capirono presto che restare al suo servizio avrebbe frenato le loro ambizioni. Decisero quindi di giurare fedeltà a un altro personaggio che in quel periodo faceva il bello e cattivo tempo in Giappone. Quest'uomo era Oda Nobunaga, il primo dei tre grandi signori feudali che unificarono il Giappone nella seconda metà del 1500.

Oda Nobunaga

(Nella serie "Shogun": Kuroda)

Tutto andò bene all'inizio, ma poi il padre di Tamako tradì Nobunaga per ragioni sconosciute e uccise lui e il suo figlio primogenito. Akechi Mitsuhide non riuscì però a prendere il potere, e fu ucciso a sua volta due settimane dopo da un altro servitore di Nobunaga. Quest'uomo divenne negli anni successivi il signore del Giappone, ponendo temporaneamente fine alle guerre nell'arcipelago.

Il marito di Grazia, Hosokawa Tadaoki, fu scaltro e tenne un basso profilo. Evitò di sostenere il suo amico Akechi Mitsuhide, capendo che si era cacciato in un mare di guai. Dopo la morte del ribelle, tutti credettero che avrebbe divorziato dalla moglie. Il tradimento di suo padre era un fatto eclatante per gli standard dell'epoca. Era comune che i signori che erano stati sconfitti e sottomessi da un potente lo tradissero alla prima occasione buona per tornare a essere indipendenti, o comunque per migliorare la propria condizione. Questi personaggi erano tecnicamente degli "asserviti", ed erano la maggior parte dei signori feudali in circolazione. Il rapporto che Akechi Mitsuhide aveva con Nobunaga non era di questo tipo. Mitsuhide non era stato costretto con la forza a sottomettersi, e non aveva consegnato degli ostaggi al suo signore come garanzia della sua fedeltà. Anzi, era stato elevato e lautamente ricompensato per i suoi servigi. Il padre di Tamako era tecnicamente un "servitore" nel senso che aveva scelto spontaneamente di servire a Nobunaga, traendo grandi benefici da questo gesto. Un simile uomo non avrebbe mai dovuto tradire il suo signore. Questo è il motivo per cui i suoi contemporanei giudicarono molto negativamente il suo gesto, nonostante l'epoca Sengoku sia lastricata di tradimenti ed egoismi. La maggior parte delle "pugnalate" alle spalle i samurai le ricevevano dagli asserviti, quando a tirare il colpo era un servitore, la notizia faceva molto scandalo.

Akechi Mitsuhide

(Nella serie "Shogun": Akechi Jinsai)

Ma, come detto, Akechi Mitsuhide non andò lontano.

L'uomo che lo sconfisse e divenne nuovo signore del Giappone si chiamava Toyotomi Hideyoshi. Quando il padre di una donna sposata cadeva in disgrazia, era comune che la figlia fosse rimandata alla sua famiglia di origine, ma dopo che Hideyoshi ebbe finito con la famiglia di Akechi Mitsuhide, Tamako non aveva più dei parenti da cui ritornare... Non solo, la donna era in cinta nelle settimane in cui avvenne il colpo di mano del padre. In questa situazione complicata, il marito Hosokawa Tadaoki prese una decisione anomala: congedò Tamako, obbligandola a una sorta di esilio temporaneo in una regione a nord di Kyoto. La donna "rinnegata" trascorse quindi alcuni anni nell'eremo di Midono, in mezzo alla natura. Quando le acque si furono calmate, tornò a Osaka nella residenza di suo marito, che nel frattempo era passato al servizio di Toyotomi Hideyoshi.

Toyotomi Hideyoshi

(Nella serie "Shogun": Il Taiko)

Impossibile conoscere lo stato d'animo della donna a questo punto. Secondo delle opere letterarie di epoca successiva, ella avrebbe nutrito un forte odio verso il carnefice di suo padre, Toyotomi Hideyoshi, e lo stesso signore del Giappone avrebbe temuto Tamako, quasi come se fosse uno spirito vendicativo. Si tratta naturalmente di leggende, da non prendere sul serio.

Sebbene sia tornata in mezzo alla civiltà, di fatto non vi era cambiamento nella sua condizione. la figlia del "traditore" rimase una prigioniera, nel senso che il marito le proibiva severamente di lasciare la casa senza il suo permesso.

Hosokawa Tadaoki

(Nella serie "Shogun": Buntaro)

Tadaoki però era un uomo molto impegnato, e quindi si assentava per lunghi periodi. L'occasione per Tamako di uscire di casa avvenne nel 1587, quando il marito partì per una spedizione militare nel sud. Secondo le fonti documentate dei cristiani in Giappone, Tamako visitò la chiesa di Osaka in occasione della Pasqua.

Colgo l'occasione per specificare che le uniche fonti scritte attendibili che ci sono rimaste su Tamako provengono dai missionari europei. I giapponesi coevi di Tamako non ci hanno lasciato nessuna informazione sulla donna. Le testimonianze scritte sulle visite di Tamako in chiesa sono state registrate da un italiano, un calabrese per la precisione: Antonio Prenestino. Nativo di Polistena, egli era un gesuita di primo piano nel Giappone di allora, ma non si trovava a Osaka nel periodo di Pasqua del 1587. Ad accogliere Tamako fu uno spagnolo chiamato Gregorio de Cespedes. Fu lui a incontrare personalmente la donna, e a fare poi rapporto a Prenestino, che mise tutto per iscritto. Il rapporto di Gregorio è andato perduto, ma quello di Prenestino ci è rimasto. E' grazie a un italiano, quindi, se ci sono giunte le testimonianze più antiche su Tamako.

Prenestino riferisce della prigionia a cui la donna era sottoposta, imputandola alla cultura giapponese, in generale. Questo non è proprio corretto: La segregazione a cui Tamako era sottoposta non era cosa comune in Giappone. Le donne tendevano a uscire di casa molto di frequente. Secondo le testimonianze del gesuita Luis Frois, che si interessò al caso di Tamako successivamente e mise per iscritto la maggior parte dei rapporti su di lei, il vero problema era il marito di Tamako. Hosokawa Tadaoki era un uomo molto geloso, che non lasciava libertà alla donna. Alcuni testi romanzati di epoca successiva, riportano che egli avrebbe anche tormentato la moglie, picchiando e uccidendo senza motivo i servitori che aveva intorno, allo scopo di intimidirla. Questi racconti descrivono scene molto esagerate e non sono attendibili, in quanto prodotti da individui vissuti secoli dopo i fatti di cui parlano, e spesso anche anonimi. Ma la gelosia di Tadaoki è certa, in quanto confermata da fonti europee coeve che citano delle lettere della stessa Tamako.

放送大学附属図書館

西洋の日本観 - 6. 『1579・80年日本年報』1584

Esempio di un rapporto 

dei missionari in Giappone alla santa sede

Secondo Prenestino, Tamako avrebbe saputo della religione cattolica da un samurai chiamato Takayama Ukon. Egli era un importante signore feudale, e unico samurai cristiano tra i comandanti di spicco di Oda Nobunaga. Anche lui era passato al servizio di Toyotomi Hideyoshi dopo il tradimento del padre di Tamako, ma pare che avesse buoni rapporti con Hosokawa Tadaoki. Il marito di Tamako non era interessato al cristianesimo, ma la donna cominciò a sviluppare curiosità verso quella fede esotica.

Takayama Ukon

Personaggio non presente nella serie "Shogun"

Questo spiega per quale motivo la signora giapponese visitò la chiesa di Osaka proprio in occasione della Pasqua. Non può essersi trattato di una coincidenza: Tamako sapeva che quel giorno era importante per i cristiani, e pianificò la sua fuga affinché potesse visitare la Chiesa nel giorno della Resurrezione.

Tamako parlò con Gregorio de Cespedes, ma non riuscì a ricevere il battesimo. I suoi guardiani scoprirono che era fuggita e la raggiunsero, obbligandola a tornare a casa con loro. Ma i missionari non abbandonarono la donna. Le autorità cattoliche di Osaka volevano esaudire la sua richiesta di aderire al cristianesimo. Si tennero in contatto con lei attraverso le sue serve, le quali erano libere di muoversi per la città. Le donne si convertirono una dopo l'altra, ricevendo il battesimo nella Chiesa locale. Ma Tamako non poteva unirsi a loro per ricevere il sacramento dai preti, e questi non potevano accedere alle sue stanze nella residenza di Hosokawa. Il suo incontro con Gregorio de Cespedes, rappresenta l'unica occasione che la giapponese ebbe di uscire di casa. Per il resto, trascorse il resto della vita come prigioniera. 

Tamako, quindi, dovette accontentarsi di ricevere una copia del De Imitatione Christi, da leggere per sviluppare la sua fede. Non ebbe mai una Bibbia, perché all'epoca i missionari ne avevano pochissime copie in Giappone. Il libro che ottenne, probabilmente tradotto in giapponese, era comunque il secondo testo cristiano più diffuso in quegli anni, dopo la Bibbia.

Copia antica del De Imitatione Christi

Tamako riuscì a convincere il capo delle sue guardie a recarsi in chiesa, per parlare con gli europei e rivolgere loro delle domande. A quel punto, tutti sapevano che Tamako si era messa in testa di voler diventare cristiana, e tutti obbedivano alle sue richieste senza fare resistenza: a condizione che non uscisse di casa. Alla fine, Tamako riuscì a ottenere il permesso di essere battezzata dalle autorità cattoliche, ma a compiere il rituale fu una delle sue serve, su delega dei gesuiti. La donna che battezzò Tamako si era già convertita e aveva un nome cristiano: Maria. Attraverso il battesimo officiato da Maria, Tamako cambiò nome in "Grazia". L'autorizzazione a svolgere il battesimo fu concessa dal capo della diocesi di Osaka, un italiano chiamato Organtino Gnecchi-Soldo. Originario di Casto, provincia di Brescia, questo gesuita fu uno dei personaggi chiave al seguito di Oda Nobunaga, e contribuì enormemente alla diffusione del cristianesimo in Giappone. Nel 1587 era la massima autorità ecclesiastica nella città di Osaka.

Valle Sabbia news

Padre Organtino Gnecchi-Soldo, da Casto al Giappone

Padre Organtino Gnecchi-Soldo

Non presente nella serie "Shogun"

Ma la sfortuna continuava a perseguitare Grazia...

Proprio nei mesi in cui ricevette l'agognato battesimo, Toyotomi Hideyoshi emise un decreto che bandiva ufficialmente i cristiani, confinandoli a sud, nella città di Nagasaki. La legge era rivolta specificatamente agli stranieri, ai quali era ordinato di lasciare Osaka e le altre città dove avevano delle chiese. I giapponesi che erano stati convertiti, invece, potevano restare dove abitavano, e praticare pubblicamente la propria fede. Per effetto di questo decreto, molti dei missionari che avevano aiutato Grazia se ne andarono da Osaka, e solo Gregorio de Cespedes e Organtino si trattennero, probabilmente in clandestinità.

L'editto "Bateren Tsuihou rei",

con cui Toyotomi Hideyoshi cacciava i cristiani

Hosokawa Tadaoki poi tornò dalla sua spedizione militare, ritrovando la moglie battezzata. Stando a quanto racconta Grazia in delle lettere indirizzate a Gregorio de Cespedes, Tadaoki diede in escandescenze quando seppe che buona parte delle servette e dei suoi guerrieri si era convertito al cristianesimo in sua assenza. In quei mesi si respirò probabilmente un'atmosfera molto tesa, questo è evidente dalle ripetute affermazioni di Grazia che scrive a padre Gregorio dicendo di essere pronta a immolarsi per la fede, e chiedendo insistentemente il permesso di divorziare dal marito. I missionari, però, non poterono esaudire la richiesta di Grazia di separarsi dal marito, in quanto il divorzio, nelle circostanze specifiche della donna, non era contemplato dalla fede cattolica.

Grazia sopportò quindi pazientemente le pressioni del marito. Passarono gli anni e Toyotomi Hideyoshi morì senza un figlio adulto che potesse succedergli. Si venne a creare una contrapposizione tra due figure che volevano prendere il suo posto: uno era Ishida Mitsunari, l'altro Tokugawa Ieyasu. Il marito di Grazia si schierò con Tokugawa Ieyasu ma, prima di partire per una nuova spedizione militare, diede chiare istruzioni ai suoi guerrieri di commettere suicidio, qualora Ishida Mitsunari si fosse presentato alla loro porta chiedendogli di arrendersi.

Ishida Mitsunari

(Nella serie "Shogun": Ishido)

Grazia restò quindi a Osaka, come sempre imprigionata nella residenza di Hosokawa. Alla fine, Ishida Mitsunari venne e chiese che la donna si consegnasse come ostaggio, dato che suo marito era partito per combattere in nome del "ribelle" Ieyasu. Ma l'ordine non fu eseguito, e Grazia morì nei disordini che seguirono.

Sulla fine della donna le versioni sono molteplici, e vengono solitamente delineati tre scenari diversi:

  • Grazia si tolse la vita con le proprie mani
  • Grazia si tolse la vita con il suicidio rituale, ma chiese a uno dei samurai di tagliarle la testa all'apice del dolore
  • Grazia chiese al samurai di ucciderla, ma non si inflisse la morte con le proprie mani.

Non sappiamo per certo quale di questi tre fu il finale della giapponese, ma in ognuno dei casi il gesto compiuto dalla donna era un suicidio (assistito o auto-inferto) e un simile gesto era condannato dalla Chiesa cattolica.

Per questo motivo, Grazia non potè mai essere proclamata Santa o beatificata.

La morte della donna fece figurare molto male Ishida Mitsunari, che fu considerato responsabile diretto della sua morte. La battaglia finale si concluse con la vittoria di Tokugawa Ieyasu. Il marito di Grazia si avvicinò ai cristiani, e chiese loro di officiare un rito commemorativo a un anno esatto dalla sua morte. Si trattava di un rituale buddista, che il samurai voleva fosse eseguito dagli europei. La richiesta senza dubbio mise molto in imbarazzo i cristiani, ma che fu anche un modo a posteriori dell'uomo di accettare la fede della moglie.

Insomma, il racconto di Hosokawa Grazia stride molto con quello della "donna samurai" Toda Mariko presentata nella serie "Shogun".

Hosokawa Grazia non conobbe mai Tokugawa Ieyasu, e nemmeno William Adams, l'europeo al servizio del futuro shogun. A dire il vero, Grazia non vide di persona neppure i missionari cristiani che la convertirono. Non fu una donna da combattimenti, non tradusse mai discorsi importanti nel corso degli incontri tra i potenti dell'epoca e non si immolò in nome di nessuno, se non forse di Dio. 

Orfana di padre, intrappolata in un matrimonio-prigione, impossibilitata a unirsi alla comunità cattolica di Osaka, morta suicida o assassinata per via delle macchinazioni politiche dell'epoca, mai riconosciuta come santa... Hosokawa Grazia conserva solo il volto tragico di Toda Mariko, ma non quello di donna samurai al servizio del suo signore.

Il post che avete letto si basa interamente sulle ricerche riportate da Jung-Won Ahn nel suo libro 細川ガラシャ キリシタン史料から見た生涯, pubblicato nel 2014. I contenuti del suo saggio sono il risultato di studi svolti in Giappone e in Europa, leggendo e analizzando documenti europei e giapponesi riguardanti la vita di Hosokawa Grazia.